Cristian Giovannelli è uno di quei ragazzi che ogni professore vorrebbe nella sua classe e probabilmente ogni genitore in casa propria: ha appena ricevuto dal sindaco di Monsummano Terme Simona De Caro una medaglia d’argento al merito civile, e racconta la straordinaria esperienza umana che ha vissuto negli ultimi due anni e mezzo e che l’ha portato a questo riconoscimento.
– Come mai questo premio, Cristian?
– Nei due anni della pandemia da Covid-19 ho prestato servizio come volontario della Pubblica Assistenza a Monsummano, la città dove vivo. Dai 16 ai 18 anni sono stato in prima linea, sulle ambulanze che andavano a prendere i malati di Covid nelle proprie case per portarli in
ospedale; ero tra i volontari più giovani e sono rimasto anche quando tanti altri miei compagni si sono ritirati perché non ce la facevano più.
– Come hai portato avanti la scuola e contemporaneamente questo impegno così gravoso?
– Frequento l’Istituto Agrario di Pescia; adesso sono in quinta, ma quando è iniziata la pandemia ero in terza ed è stata veramente dura. Il difficile è stato mantenere sempre la lucidità per stare dietro a tutto. Però avere vissuto quel che ho vissuto io cambia la testa: si dà più importanza al tempo, alle persone a cui si vuole bene, e si impara a non dare nulla per scontato, perché nel giro di pochi giorni una vita può cambiare. Io non ho mai pensato di mollare perché ho vissuto emozioni fortissime: era impossibile non entrare in empatia con le persone che aiutavamo, specialmente le più anziane.
– Ci sono episodi che ti hanno colpito particolarmente?
– Quando andavamo a prendere gli anziani malati salutavano i familiari convinti di non rivederli più, e qualche volta è accaduto davvero. Dicevano loro di sistemare le loro cose perché sapevano che non sarebbero tornati a casa: erano inconsolabili oppure rassegnati. Ho portato in ospedale anche conoscenti dei miei nonni, persone che vivevano vicino a me; e magari dopo un paio di giorni ne leggevo il necrologio. É stato uno degli aspetti peggiori di questa esperienza.
– Pensi di trasformare questa esperienza in un progetto professionale per il tuo futuro, visto che il diploma è vicino?
– Io sono da sempre convinto che le passioni debbano rimanere passioni. Ho iniziato a prestare servizio come volontario quando avevo 13 anni e mezzo e continuerò anche in futuro perché vivo come una specie di missione l’aiutare gli altri; ma probabilmente mi iscriverò a Scienze Politiche, perché sono impegnato anche con il mio Comune e ho tanti interessi anche in questa direzione.
Ha le idee chiare, Cristian, e una vocazione verso il prossimo che è dote rara e preziosa. Congratulazioni, dunque, per questo premio meritatissimo, e in bocca al lupo da tutti i suoi insegnanti per un futuro che si preannuncia ricco di soddisfazioni, umane e professionali.