L’esistenza e l’evoluzione del Giardino Garzoni di Collodi sono documentate in archivio fin dal XVI secolo, grazie a fonti, ricche anche di disegni, a cui si affiancano documenti letterari di vario genere e motivazione, che ci riportano momenti della vita di questo giardino attraverso lo sguardo parziale, e segnato dall’epoca, di diversi testimoni.
Non dobbiamo mai dimenticare che il giardino è anche un organismo vivente e, come tale, si modifica, influenzato dal tempo e dalla storia. Questi due elementi, insieme all’evoluzione della “cultura” del giardino, portano il Giardino Garzoni ad essere anche, e fortemente, giardino fiorito, un fattore di cui si è tenuto variamente conto negli ultimi 20 anni, secondo diversi approcci di intervento, restauro e mantenimento.
Interventi che non dovrebbero, comunque, trascurare un ulteriore elemento di storia e cultura ormai connaturato al Giardino Garzoni da oltre un secolo, secondo la testimonianza di Stiavelli: il fatto che esso si propone come attrattiva al visitatore esterno, e conta sul suo contributo e gradimento per trovare il sostegno materiale di cui necessita.
Ripercorriamo questi aspetti guidati da alcuni studiosi e professionisti, che negli ultimi anni si sono misurati con il compito di far continuare a vivere il Giardino Garzoni senza privarlo della sua identità, e da alcuni giovani studenti dell’Istituto Tecnico Agrario “D. Anzilotti” di Pescia, che si preparano a sostenere l’esame per il diploma di perito agrario ed hanno esaminato il Giardino Garzoni oggi.